domenica 11 ottobre 2015

Le DATE del CONTADINO

RICORRENZE:
06 gennaio Epifania (brusare la Stria - la Vecia)
17 gennaio Sant'Antonio Abate (benedizione degli animali)
29-31 gennaio giorni della Merla 
02 febbraio La Candelora (benedizione delle candele)
Carnevale
Quaresima (potatura, pesca))
19 marzo San Giuseppe (potatura salvia)
22 marzo Primavera
Pasqua
Ascensione (bondola con  lingua
25 aprile San Marco
24 giugno San Giovanni Battista (acqua benedetta e geranio)
29 giugno Ss.Pietro e Paolo (la barca de S.Piero)
10 ottobre Madonna del Carmelo ? (mangiare anatra)
2 novembre Commemorazione dei Morti
11 novembre San Martino  (trasloco, spillare vino nuovo novello)
13 dicembre Santa Lucia ("il freddo prussia", notte più fredda dell'anno)
Natale
)
PRODOTTI:
Prodotti DE.CO. (Denominazioni Comunali della Provincia di Vicenza)
* formaggio: tra San Giuseppe (19 marzo) e Commemorazione dei Morti (2 novembre)
* maiale: macellato tra Santa Lucia (13 dicembre) e Sant'Antonio Abate (17 gennaio)
* selvaggina: Caccia da Ferragosto  (15 agosto) alla Commemorazione dei Defunti (2 novembre).
* bondola con lingua (Ascensione)
* cincionela cò la rava (salsiccia con la rapa gialla)

STAGIONI:
* PRIMAVERA (dal 21 marzo al 21 giugno)
Campi: semine primaverili, raccolta delle primizie dell'orto, semina di nuovi ortaggi. Potatura degli alberi da frutto.
Stalla: cura degli animali (parto e allevamento neonati).
Produzione del latte, formaggio, burro e ricotta.
Arnie.
Caccia della selvaggina migratoria (quaglia) in primavera avanzata.

* ESTATE (dal 21 giugno al 23 settembre)
Raccolto dei campi (frumento, graminacee (orzo, segale, farro), e della frutta (ciliege, albicocche, pesche, susine, prugne, pere, mele, uva).
Orto (verdure e legumi).
Conservazione del grano, marmellate e conserva.
Piante tessili (canapa e lino in  matasse di filo da tessere).
Latte trasformato in formaggi, siero, latticello.  
Uova impermeabilizzazione del guscio.
Primo raccolto del miele.
Pesca di pesce e gamberi.

* AUTUNNO (dal 23 settembre al 22 dicembre)
Raccolta uva, trasformata in vino, spillatura del vino nuovo.
Raccolta frutta secca (noci,ecc.)
Ultimo latte della stagione.
Raccolti nell' orto e dell'ultima frutta.
Bosco (raccolta castagne, funghi, tartufi, mirtilli, lamponi e altre bacche.
Raccolta legna.
Caccia degli animali stanziali o i migratori (selvaggina: lepri, starne, fagiani, cervi, cinghiali).
Aratura dei campi e prime semine
Miele autunnale.
Maiali ingrasso finale.

* INVERNO (dal 21 dicembre al 21 marzo)
Protezione dal gelo delle piante più delicate.
Attività in casa lavorazione delle  carni del maiale , cura del vino nuovo o mantenimento sano di quello vecchio.
Filò (cura del fuoco acceso e racconto di storie, leggende e filastrocche), lavorazione della calza o cucito.
Potatura nei campi, e  pesca (Quaresima).
Si mangiano pesci conservati sotto sale (baccalà) o con l'essiccamento al fumo (stoccafisso).


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I giorni de "la Merla"
29-31 gennaio giorni della Merla 
(varie versioni della leggenda)
La prima più nota narra che tanto tempo fa, quando i merli erano bianchi, una famigliola viveva su una quercia soffrendo per il gran freddo, nonostante mamma merla supplicasse messer Gennaio di essere più mite. Ma egli non voleva sentir ragione ripetendo che faceva solo il suo mestiere.
Un anno la merla cambiò tattica: se ne stette nascosta con tutta la famiglia in modo che Gennaio, non vedendola si dimenticasse di infierire col suo gelo. Alla fine del mese, che era il più corto, composto di soli ventotto giorni, la merla uscì fuori e non riuscì a trattenere la soddisfazione di aver gabbato messer Gennaio deridendolo. Questi, irato, chiese tre giorni a Febbraio e li trasformò in una ghiacciaia con una temperatura di diversi gradi sotto zero.
L'unico modo per resistere per i poveri merli fu quello di trovare riparo dentro un camino, ma quando finalmente poterono uscire si ritrovarono con le penne nere come la pece e quel periodo fu ribattezzato "i giorni della merla".

"Merla" era anche il nome di una vecchia che si ghiacciò per tre giorni e tre notti su un tetto e che vi morì forse bruciata nel tentativo di scaldarsi, pur di trovare un marito giovane. Da qui discenderebbe anche la tradizione di bruciare la "vecchia".

Ricordiamo anche i due sposi (Merlo e Merla) sprofondati con la loro slitta nelle acque gelide del Po e il grande cannone francese, chiamato "la Mèrle" che traghettato sul Po gelato, assicurò a Napoleone una grande vittoria durante la Prima Campagna d'Italia.

In questi giorni si tengono le tradizionali esibizioni dei cantori, tra cui molto suggestive quelle che si svolgono lungo le rive dell'Adda, in vari paesi della provincia, dove si intonano canti propiziatori per ottenere un' abbondante raccolta di bachi da seta, si brucia la vecchia e si beve vin brulè per scaldarsi.
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02 febbraio La Candelora (benedizione delle candele)
(de l'inverno semo fora - dall'inverno ne siamo fuori)
La Candelora cade il 2 febbraio. Il mese in questione era nella Roma antica un periodo di passaggio dall'anno vecchio a quello nuovo in cui venivano celebrati, dopo i Saturnali, riti di purificazione per propiziare il cammino verso il rinnovamento primaverile. Macrobio spiega l'etimologia di febbraio con februare che in latino significa appunto purificare, espiare.
Nella liturgia cristiana, originariamente questa ricorrenza coincideva con la presentazione di Gesù al tempio. Secondo la legge ebraica, la presentazione del primogenito al tempio e la purificazione rituale della madre dovevano avvenire quaranta giorni dopo il parto. Essendo stata fissata la nascita del messia il 25 dicembre, il 2 febbraio coincise con la presentazione del Signore al tempio. Successivamente, sempre nell'ottica di eliminare riti e simboli pre-cristiani, venne sostituita con la festa della Purificazione della Madonna, che ricorda la sottomissione di Maria alla legge ebraica.
Questo tipo di rito avveniva ancora nelle campagne; due nostre informatrici se lo ricordano così:
«Quando una donna partoriva non poteva entrare in chiesa finchè non le era stato tolto il parto [elvà el part]. Durante il battesimo la donna aspettava sull'uscio della chiesa, il prete arrivava, la benediva e la accompagnava in chiesa. Così gli si toglieva il parto e si poteva entrare in chiesa.»
«Dopo il parto, nella quarantena si usava togliere il parto. Si entrava in chiesa e il prete ci dava una candela (un cero grande), diceva le sue orazioni e dopo potevamo entrare in chiesa. Nella quarantena non si dovevano fare lavori pesanti e bisognava stare attente nel mangiare. Questa usanza si è persa dopo la guerra.»
Con la recente riforma liturgica la Chiesa ha reintrodotto il 2 febbraio nelle feste dedicate al Cristo, ritornando al suo significato originario. È detta Candelora poiché durante la funzione vengono benedette le candele. Nel nostro territorio queste non venivano subito consegnate ai fedeli, ma conservate e distribuite durante la benedizione delle case.
«Si benedivano le candele che poi venivano distribuite durante la benedizione delle case dopo Pasqua e venivano ricambiate con un uovo.»
«Alla Candelora c'era la benedizione delle candele. Queste candele le portava il prete quando veniva dopo Pasqua a benedire le case.»
La Candelora aveva però anche un'altra funzione fondamentale per i contadini: in questo giorno essi prevedevano il tempo primaverile.
Con la Candelora
dall'inverno siamo fuora,
piova o fa al sul
quaranta dì j'enan incù
ossia mancano ancora quaranta giorni all'equinozio di primavera. Ma esisteva anche un altro detto legato alla figura del tasso.
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