"Per San Benedetto, la rondine è sotto
il tetto".
Cosi
recita un antico proverbio, uno tra i tanti che collegano una data con un certo
avvenimento. Il 22 marzo, infatti, coincide
con l'inizio della primavera.
Fino
a poche generazioni fa, il calendario religioso scandiva tutta la
vita civile e indicava i periodi più adatti per le più importanti attività
lavorative e sociali.
Tutto
era previsto, esistevano perfino dei periodi in cui non si celebravano neppure
i matrimoni. In città, ad esempio, i contratti d' affitto iniziavano tutti nello stesso giorno e
questo facilitava i traslochi da una casa
all'altra.
In
campagna, gli affitti iniziavano per San
Martino,
l' 11 novembre, il momento in cui erano già stati
raccolti tutti i frutti, compresa l'uva, e il nuovo inquilino poteva cosi
iniziare i nuovi lavori d'aratura dei
campi, che avrebbe poi seminato e dai quali avrebbe tratto il suo raccolto.
Per questo, in molte campagne e anche in città, "fare San Martino"
significava traslocare.
Per
San Martino, inoltre, si poteva spillare
il vino nuovo (oggi si parla di "novello")
e si usava berlo con le castagne del
raccolto appena terminato.
Dove
si faceva il formaggio l'attività
iniziava da San Giuseppe (19 marzo) alla Commemorazione dei Morti (2 novembre): il periodo in cui le mucche potevano
disporre di un buon pascolo e la
produzione di latte era abbondante e
di buona qualità.
Il
maiale veniva macellato tra Santa Lucia (13 dicembre) e Sant'Antonio Abate (17 gennaio), quando le
temperature rigide favorivano una lavorazione più igienica delle carni e un buon inizio delle fermentazioni, che permettevano ai salumi di durare più stagioni (per questo si dice "stagionati").
Nessun commento:
Posta un commento